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sono non vi sarà difficile immaginare attraverso quanti e quali altri aspetti mi potrei riproporre
continuamente arrivando così alla conclusione che non è possibile mettere la parola fine.
Ora emetto, con ritmo crescente, i miei battiti-impulsi-segnali-messaggi verso l’etere infinito del
mio quadrato. Mi espando leggero verso i quattro punti cardinali scomponendomi in un semplice
mosaico di triangoli. Mi restringo gradualmente in un susseguirsi di corridoi che puntano al mio
cuore inconsistente di cielo.
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