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sempre in questo liquido amniotico che mi nutre e mi sostiene. Il mio ritmo fluente e morbido
rimarrà fissato per sempre in questa istantanea materica, destinato a diventare reperto come l’insetto
preistorico affogato nell’ambra.
Il quadrato diventa diga, capace di contenere la piena delle colate resinose che strato dopo strato mi
sommergono lentamente ed ora sono io a volere che questo processo si compia il più presto
possibile affinché neppure un millimetro di quel mio fragile scheletro rimanga esposto all’aria (alla
realtà), per godere per sempre di questa inaspettata immortalità cristallina.
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