cuore nero
Singolare, perché ogni cuore è forma e realtà soggettiva. Plurale, perché si manifesta nella molteplicità di un’energia espressiva, evocatrice di suggestioni individuali.
Trenta cuori, uno al giorno per circa un mese, a voler scandire in sequenza la cronaca del nostro tempo solo all’apparenza delirante, ma fin troppo vera.
Trenta cuori in nero. Il nero come colore estremo per realtà ai margini, ma anche il nero come non colore per realtà nascoste, trasparenti agli occhi dei più. Il nero come somma di tutti i colori a voler sottolineare che le negatività sociali hanno echi in tutto il mondo, senza differenze di razze e culture.
Trenta cuori come trecento giorni di lavoro nero e sommerso; come tremila abusi sessuali perpetrati su soggetti indifesi; come trentamila bambini oltraggiati; come trecentomila urla nel silenzio, come trenta milioni di lacrime amare versate oggi, come ieri. Trenta cuori di merce pronti da acquistare e vendere al mercato globale.
Trenta cuori più due: uno a significare l’estrema violenza, la privazione della libertà perpetrata con la forza, sintesi finale, preludio di morte; l’altro a indicare la speranza di un riscatto possibile nell’essenzialità che, soggettivandosi, può crescere ed espandersi così come l’impasto lievita e diventa pane e cibo per una nuova fame di vita.
Commenti 0
Inserisci commento