Via Crucis
L’identità etnica è rappresentata esteticamente e materialmente nei residui di un viaggio fisico del materiale.
I movimenti migratori e l'abbandono di un dato territorio, dove si è svolta la vita del soggetto singolo o gruppo fino a quel momento e l’insediamento in modo permanente o temporaneo in un altro territorio comporta spesso lo sviluppo di tradizioni rituali che preservino un legame forte con il paese di origine. Tradizionalmente per alcune culture la spedizione postale al paese di origine di beni materiali ricevuti o comprati dagli stessi conferma una buona riuscita del viaggio migratorio. In questo caso il tessuto (maglione) che riveste e funge da cornice alla fotografia, ricorda appunto alcune tradizioni e culture per le quali gli abiti vengono spediti da un paese all’altro. Il tessuto rafforza ogni singola immagine poiché come un via crucis, ricorda il cammino e il passaggio di mano in mano di ogni donna che lo riceve e lo usa.
Il mistico, la stregoneria o la religione poco hanno a che fare con questo progetto fotografico che pone particolare attenzione all’aspetto “emozionale del corpo”. Poeticamente il progetto sostiene l’azione fisica “inconscia e automatica” sul corpo che ricerca insistentemente l’identità tramite l’azione della stessa. Il corpo diviene paesaggio che trattiene tutti gli effetti dell’azione.
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