Profonda Superficie
Profonda Superficie disegna un artista. Un ritratto/autoritratto, alla ricerca della propria identità fondata sul proprio sguardo allo specchio. Una vita vista da vicino, talmente da vicino che la realtà che la circonda non è definibile, si percepiscono i limiti infiniti della sua creatività, nella sua cerimonia di creazione, ogni linea o colore vorrebbero dissolversi e mostrare possibilità di metamorfosi. Un'identità un'energia, come acqua che scorre.
L'artista vive la proprio vita come fosse un opera d'arte, si purifica e ritorna alla sorgente, nel mare, dove la superficie la profondità si alternano nell'infinito.
Soggetto
Stefania Romagna
Giulio leonardi
Regia
Giulio Leonardi
Riprese
Marco Federici
Montaggio
Riccardo Mazzucco
Fotografia
Vincenzo Fiorini
Marco Federici
Performer
Stefania Romagna
Francesca Pannone
Musica
Simona Addabbo
Ringraziamenti:
Beltempo, Casa delle Arti, Fondi LT
Commenti 4
identità fondata sul proprio sguardo allo specchio. Una vita vista da vicino, talmente da
vicino che la realtà che la circonda non è definibile, si percepiscono i limiti infiniti della sua
creatività, nella sua cerimonia di creazione, ogni linea o colore vorrebbero dissolversi e
mostrare possibilità di metamorfosi. Un identità un energia, come acqua che scorre.
L'artista vive la proprio vita come fosse un opera d'arte, si purifica e ritorna alla sorgente,
nel mare, dove la superficie la profondità si alternano nell'infinito.
In questo contesto sociale, dove tutto sembra far pensare all’idea dell’arrivo di un mondo
senza più volti, occorre aggiungere il ruolo dell'arte, la spinta all'astrazione, la perdida del
soggetto nell'ideale collettivo delle avanguardie, valorizzare il pensiero divergente quale
risorsa importante per la formazione di persone libere e creative.
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