#DEPTH
Partendo dalla consapevolezza che in fotografia da sempre il mezzo ha condizionato l’approccio con il mondo circostante, l’immagine di sé nello spazio è mutata di pari passo col cambiamento degli strumenti. Se infatti agli esordi il ritratto era quasi solo possibile in studio, dunque posato e spesso di fronte ad un fondale, la nascita di macchine più maneggevoli ha permesso a chiunque di diventare un ritrattista e di immortalare eventi della propria vita quotidiana e mondana. Il ritratto fotografico che ricordiamo nei nostri album di famiglia, era testimonianza di un evento, un’ immagine in cui il soggetto si mostrava in uno spazio che connotasse in maniera immediata il momento raccontato.
Il telefono cellulare, per la sua maneggevolezza e dimensione, entra a far parte della vita personale in maniera preponderante e ossessiva, ciò genera un mutamento sostanziale dell'atteggiamento che abbiamo di fronte alla camera (spesso usata come uno specchio) che ha permesso a tutti di esasperare quella propensione quasi naturale che l'essere umano ha nei confronti del narcisismo.
L’album di famiglia é stato sostituito da facebook e instagram, ecc.
L’esigenza di testimoniare costantemente la propria presenza online genera una moltitudine di immagini approssimative e casuali, la concentrazione sul corpo si accentua dimenticando spesso lo spazio circostante in cui si sceglie di essere rappresentati.
Questo progetto si concentra sulle nuove modalità di inquadratura, su questi nuovi “fondali” e sulla loro muta capacità di raccontare persone e nuovi atteggiamenti.
Dopo una lunga ricerca su vari social network, abbiamo estrapolato una sorta di classificazione tassonomica su quelli che sono i nuovi scenari più ricorrenti dell'autoritratto popolare contemporaneo, riflettendo sull'approccio invasivo che questà modalità ha nella rappresentazione della nostra intimità e che investe in maniera capillare ogni individuo, persino gli artisti. Abbiamo poi ricostruito gli ambienti attraverso dei diorami scegliendo di eliminare proprio la figura protagonista, i background diventano così il ritratto della moderna inconsapevolezza, simulacri del nostro ossessivo narcisismo.
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