Goodbye Andrea
Si tratta sempre di accettare e di non far sparire, pur se nell'accettazione delle ineluttabilità. Trasfigurare le cose per sublimarle significa usare un'eccedenza di carica non erotica junghiana, ma del dolore, della morte stessa: Tanathos e non Eros che sprigiona la sua energia vitale.
Si perchè anche la morte è un fatto della vita... è una questione che si indossa, qualcosa che rimane e che permane perfino nella retina, "mi sembra di aver visto ancora", "è successo davvero", "non c'è più quello che c'era"... queste sono le frasi che fanno parte della digestione.
Infatti si dice che il lutto "ci tocca"... perchè non è davvero etereo, è qui, è con noi, segni e simboli, panni.
L'amore importa, non siamo un'isola, siamo un tentativo forse fallimentare di rimanere vicini.
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