"expedient"

Dalle immagini affiora un senso di colpa, il tentativo di riconciliare, mettere a posto, pulire un mondo sconvolto dall’impronta dell’essere umano. L’ambientazione del video di Armando Fanelli è un bosco dove un ragazzo è intento, con secchio e spugna, a lavare gli alberi. Il gesto dell’uomo è lento, ripetitivo, premuroso.
Strofinare con la spugna l’albero per cercare di scontare un peccato, di risanare delle ferite, di ricreare un dialogo tra l’uomo e la terra, interrotto e violato dall’intervento umano sul pianeta.
È la ricerca di un contatto con la Natura, le radici, la Madre Terra, un gesto riparatore per uno stupro ripetuto per secoli. L’uomo sta distruggendo il suo habitat, la sua storia, la sua unica fonte di sopravvivenza e non vuole rendersene conto.
Armando Fanelli non propone un nuovo equilibrio, un nuovo patto, bensì un gesto risanatorio, un tentativo di rimettere a posto le cose, di ripulire la natura, forse per ricominciare oppure per non peggiorare ancor più la situazione. “expedient” è un video crudo, accusatorio; la specie umana non ha attenuanti, è colpevole e basta, e adesso sta pagando per le sue colpe. I disastri ambientali, gli uragani, il buco nell’ozono, l’effetto serra sono qui a ricordarcelo. Avevamo un pianeta vivente, lo abbiamo avvelenato e lo stiamo uccidendo, ma senza non ci può essere futuro. L’uomo che tenta di pulire in extremis la natura fa venire in mente il bambino che cerca di aggiustare il giocattolo dopo averlo rotto, ma la sensazione è che ormai sia troppo tardi.