#uomo in piedi
La propria volontà, esprimere solennemente il proprio diritto contro chi l' offende, ovvero protestare, si può fare in molti modi e altrettante sono le reazioni.
Una nuova forma di protesta, forse più micidiale per il potere è partita di recente ad Instanbul, come atto spontaneo del coreografo Erdem Gunduz, il quale si è fermato nella piazza Taksim, piazza fulcro delle proteste contro il premier Recep Tayyip Erdogan, presidiata da agenti e blindati per fissare lo stendardo rosso con il ritratto del fondatore della Turchia laica moderna Mustafa Kemal Ataturk. E' rimasto immobile sei ore. Piano piano, accanto all' "uomo in piedi" si sono aggiunte moltissime altre persone divenendo in poco tempo, grazie alla rete, un fenomeno virale che ne ha ispirato molte altre, trovandosi così di notte immobili per fissare una bandiera turca o un ritratto di Ataturk. Questo nuovo metodo di protesta, pacifico, quasi ghandiano ha rischiato di mettere in crisi il governo di Erdogan, impreparato a reazioni simili, abituato soltanto a sassaiole, macchine incendiate e vetri infranti.
Viene dunque da chiedersi se la stessa cosa accadrebbe anche in Italia, se un fenomeno di questo genere attecchirebbe le masse o se invece converrebbe rimanere a guardare e criticare, senza mettersi in gioco in prima persona ma indossando maschere, scagliando colpe a chi secondo uno o l'altro ci ha portato in questa situazione di crisi, rimanendo nient' altro che "seduti".
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