Mente, corpo, anima
Questo quadro cerca di interpretare il tema dell'anima prigioniera del corpo, che lo trasforma in un mezzo, in uno strumento per spiegare se stessa; ho cercato di creare un'immagine-simbolo di un'idea estetica in cui il nudo rappresenta l'uomo abbandonato e piegato in se stesso in un mondo di estremo materialismo e distruzione dei valori più sacri. Ho voluto sottolineare ciò sospendendo la figura in uno spazio privo di qualsiasi elemento e usando una pittura monocroma in cui prevale lo studio della forma. Il dipinto vorrebbe dare forma, in qualche modo, alle parole di Rabindranath Tagore secondo le quali il viaggio più infinito è quello verso noi stessi e l'arte più complicata è quella che porta all'estrema semplicità di una melodia; il viaggiatore busserà prima a tutte le porte degli altri per arrivare alla sua, attraverserà tutti i mondi esterni per trovare alla fine il più sacro dentro di sé.
La mia voglia di esprimere lo stato d'animo prende forma attraverso il nudo; dal mio punto di vista, la composizione monofigurale mette in primo piano le tensioni interne del soggetto e pone allo spettatore la domanda: "Che cosa è successo prima e che cosa succederà dopo?"
L'uso del monocromo vorrebbe dare una dimensione più profonda e intima all'immagine in modo simile a quello del simbolismo, interpretato dal punto di vista odierno. Questo dipinto, come tutti gli altri miei lavori, è stato creato per tutte quelle persone che vedono l'arte con il cuore e senza pregiudizi e non cercano di capire me solo come artista, ma soprattutto come persona responsabile dei suoi comportamenti.
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Ciao,
Lino
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