La biologia dell’essere: Piccole differenze per differenti identità.
“YOU SEE ME”
La biologia dell’essere: Piccole differenze per differenti identità.
Quando l'immagine è troppo reale, troppo quotidiana, non è interessante. Quando è pura finzione, non è credibile. E' lo “spazio” tra questi due confini che ho cercato.
Il ritratto è la rappresentazione di una persona secondo le sue reali fattezze ma è importante cercare di far emergere anche il non visibile, l’anima, l’io, l'unicità di chi viene rappresentato.
In questo progetto l’occhio vede ciò che conosce, individua dei volti, reali ma distorti.
Incuriosito approfondisce e allora si accorge che sono volti accostati, ritratti scomposti
che evidenziano il gioco della genetica, i particolari che fanno la differenza e rendono ogni individuo unico nell’apparenza e nell’essere.
Per vedere l’essenza, per capire, dobbiamo guardare oltre l’apparente, oltre l’immagine, oltre i sei volti che raccolgono la nostra attenzione.
Ecco che allora il centro del ritratto diventa lo spazio, il bianco. Uno spazio mentale, potenziale dell’identità che si colloca tra le due metà della stessa faccia e lascia spazio a destra e a sinistra per accogliere il gioco di ruolo e di somiglianza.
Mi vedi?
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