Li stupirebbe molto sapere
Non ancora pronto del tutto/ a mutarsi per loro in destino/ li avvicinava, li allontanava...”
W. Szymborska
Non so qual è il tuo nome. Ti chiamerò Manuel.
Ti ho seguito fin qui per guardarti da vicino e trasformarti in una statua di sale.
Io non ti conosco, eppure sei nella mia vita da sempre.
Come un piccolo principe nel regno dei destini possibili.
Lì sulla darsena, vestito di bianco, somigli a un cigno selvatico che sta per spiccare il volo. Che prepara le ali al viaggio della migrazione.
Ti vedo già, disteso nella stiva della nave, ad ascoltare il rumore delle onde, così carico di dolci promesse.
Ti lascerai cullare dalla musica delle illusioni.
Io non ti conosco, perché non posso conoscerti. Le nostre vite si sono appena sfiorate tra le calli di questa città.
Sono venuta qui per ascoltare come te la musica dell’indefinito.
Ma per me è diverso, io non posso imbarcarmi.
Per me l’orizzonte ha altri programmi.
Il mare oggi è un petalo blu. Una carezza di velluto.
Tra qualche ora la tua nave salperà. Non ti saresti mai immaginato di attraversare l’Oceano con una divisa indosso.
Ma per te era l’unico modo per andare via.
Sono venuta qui perché provo a trattenerti per l’ultima volta.
Stringo la tua lettera tra le dita.
Poche e decise parole scritte con l’inchiostro blu: mi ricorderò di te.
Sono qui, ma non ho il coraggio di salutarti.
Non importa, perché ti farò prigioniero nei cristalli d’argento.
Soltanto io potrò liberarti dall’incantesimo. Allora la tua figura sarà una delicata impronta di luce nella mia memoria.
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