America
ho ricevuto ieri la vostra lettera e la fotografia della festa trascorsa assieme. Ho provato così tanta nostalgia unita a una forza profonda. Ho sentito di appartenervi, ho visto nelle facce di ognuno la mia stessa, ho sentito il profumo dei mandorli e della mia terra.
L’ho tenuta stretta tra le mani, esattamente come voi facevate con il braccio di Ludovico, mentre il mio lo tenevo appoggiato sulla sua spalla, fingendo sicurezza e mente lucida. In realtà ero percorsa da una vertigine, come se stessi per precipitare, al solo pensiero che quello sarebbe stato l’ultimo giorno tutti insieme, prima della nostra partenza. Nella notte, quando il buio e il silenzio di questi luoghi senza ricordi diventa insopportabile, mi alzo e la cingo al mio cuore, nella speranza di alleviare il patimento e cercando di ricordare la vostra voce e le parole buone. Mentre vi guardo, penso che nei vostri occhi si cela una tristezza sommessa e questo mi fa scoppiare in lacrime. Non soffrite Madre mia!
L’America è una terra generosa e dalle grandi prospettive. Ludovico ha trovato un impiego in un salone per la conciatura delle pelli. Ma continua, senza tregua, l’attività politica in sostegno dei connazionali immigrati e gli studi di ingegneria. Lo conoscono in molti e gli italiani si rivolgono a lui per qualsiasi cosa: problemi nel trovare un alloggio, per l’invio delle rimesse in Patria, per lo studio dei figli e la sicurezza delle mogli, per trovare un lavoro etc.
Per quel che mi riguarda, i vostri insegnamenti di taglio e cucito, mi sono stati utili. Tre volte la settimana lavoro in un negozio di sartoria alla moda. Per il momento faccio gli orli e le imbastiture. Ma la proprietaria ha visto alcuni miei bozzetti di abiti femminili e ne è rimasta piacevolmente impressionata. La signora è la moglie di un professore veneto che abbiamo conosciuto in nave. Sono rari i casi in cui le donne americane sono sposate a stranieri. Chiaramente le unioni miste vengono ostacolate. Gli italiani sono considerati persone rozze e ignoranti, dei sempliciotti sporchi che portano malattie sconosciute. Per questo, sono tenuti lontani. Ma le cose cambieranno, quando si accorgeranno che l’America la stiamo facendo noi. Per esempio la signora che ti dicevo, oltre a gestire la sartoria dove lavoro, è molto impegnata nella politica. E’ a capo di un’organizzazione di sole donne che lottano per l’uguaglianza e il diritto al voto femminile. Ho partecipato spesso alle riunioni del gruppo e stiamo organizzando una grande festa per gli stranieri del quartiere. Lei dice che, solo quando ci consoceremo meglio, non ci vedremo più così diversi.
Nella foto che ti ho inviato è quella in prima fila. L’immagine ritrae la sfilata a New York in favore del suffragio femminile. Come puoi vedere io sono quella con in mano quel mazzo di fiori. Ma dietro di noi il corteo era lunghissimo, unite sfilavamo nei nostri abiti bianchi, in mano le bandiere, al motto di “Voto alle donne- Voto alle donne!” Come potrai vedere ho accorciato i capelli e perso qualche chilo, ma sto bene.
Un giorno anche in Italia, le donne finalmente urleranno con forza il desiderio di essere riconosciute. Capiranno di non essere solo mogli, madri e figlie. Le donne cammineranno allo stesso passo degli uomini, non più tre indietro.
Tutti possiamo scegliere come vivere.
State serena Madre mia. Presto vi scriverò ancora.
Con amore e gratitudine.
New York, Dicembre 1912
Alba
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