SEMPRE IO POSSO TUFFARMI CON LE SCARPE

SEMPRE IO POSSO TUFFARMI CON LE SCARPE

Pittura, Idee, Sacro / Mitologico, Tecnica mista, 200x140x200cm
Il lavoro di Spina fa riflettere sulla condizione dell’arte, sull’obbligo “imposto” che devono avere tutte le forme d’arte: “Vendere…”. I suoi lavori sono vigorosi, d’impatto, all’apparenza spontanei. Spina ingloba tutta l’umana cultura, tutti i pensieri, pagine e pagine di romanzi del 900 francese in strisce di colore trasparente, quasi con l’intento di svecchiare, di alleggerire pensieri troppo complicati, quasi enigmatici, per la Meta prefissata, il Messaggio Finale: “VENDESI…” Vendere prima di tutto, come se fosse l’Origine di tutto, del creare, del pensare, purtroppo anche della cultura. Ogni opera possiede solidità, sicurezza e sopratutto “vivacità”: il rosso accesso si contrappone ad uno sbiadito e sobrio celeste, le parole dominano le tele, formando indizi, accenni di quello che l’artista vuole dirci. Lo spettatore è incuriosito da questo astrattismo dinamico, da questo rebus, da queste opere nuove e sorprendentemente sarcastiche. Spina è riuscito a svecchiare anche le nobili incisioni di Gustave Dorè della Divina Commedia e il suo trittico è un percorso di liberazione dove questa volta a guidarci non è Virgilio ma un artista ventenne che mette “in vendita” un pezzo di cielo. La mostra, con il coordinamento scientifico di Ferdinando Creta, è a cura di Luigi Mauta.
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