periodo di sperimentazione e di ricerca in cui ho abbandonato i canoni classici del figurativo e, liberando la mano, ho cercato di unire forma e gestualità. Pochi passaggi dettati dall'idea di una vera immagine d'amore, uomo/ donna, che riposa con la mente ed il corpo e si astrae nel pensiero dell'aldilà e dell'immortale. La spatola mi è amica e la mescolanza della colla vinilica all'acrilico, uniti al gesso di Bologna, hanno permesso di creare una figura giunonica prorompente che si affaccia alla quiete e al riposo, miracolo dell'umanità.
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celeste,
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