OSSIDAZIONE dell' invidia
sono uniche ed incostratate soggetto del dipinto. Non per questo la figura risulta banale.
La gamma cromatica spazia attorno a diversi gradi di desaturazione e chiarezza di verde e
rosso, che raggiungono tinte grigie nuvolose e rosa dorate. La superficie sembra increspata,
incisa e, nei canali di queste stratificazioni, vediamo annidarsi una splendida tinta rosadorata, a tratti aranciata che illumina gli innumerevoli grigi presenti nell'opera, i gialli
biliosi, i verdi che sanno di bosco e di petrolio.
Tutta la gamma impiegata è desaturata, non c'è nessuna tinta pura, neppure il nero, nessuno
colore al massimo della saturazione: questo fattore, assieme al delicato splendore
perlescente delle incisoni, conferisce un' aria fantasmagorica, antica, fumosa all'incarnato.
Inutile dire che il vero focus del dipinto sono gli occhi, profondi, scuri, perfettamente
controbilanciati dalle masse delle labbra piene e dei muscoli elevatore e orbicolare che
sollevano in maniera ironica l'angolo della bocca.
Usato con criterio e abilità il chiaroscuro; in questo autoritratto V andelli, non solo conferma
la sua attitudine alla pittura "emozionale", ma dimostra anche una crescita artistica.
Mantiene il graffio come segno distintivo, ma supera le sue classiche deformazioni
anatomiche, senza per questo diminuire in intensità o in coinvolgimento emotivo. La figura
risulta piuttosto composta e riposata, ma lo sguardo "buca" e la piega della bocca la
"muove" quel poco che basta per non renderla statica efissa, per dotarla di un'ironia sottile.
Nel complesso il tratti di questo viso risultano realizzati con coscienza, in modo tale da
renderlo profondo e accattivante. É chiaro altresì che non vi è nessun tentativo di
abbellimento estetico al fine del compiacimento, ma solo la narrazione di uno sguardo
profondo, che apre una porta sull'interiorità e su ciò che è celato sotto la superficie.
Un varco emozionale sul vissuto di V andelli, che si mostra e si concede, attraverso questo
sguardo aperto, che è uno dei suoi sguardi migliori.
(Imprssioni:
guardando l'opera leggo stati d'animo quali la serenità che segue la liberazione, nessuna
nevrosi;
leggo la fermezza che non si scompone, la consapevolezza di chi ha ha interiorizzato le
proprie esperienze di vissuto ed ora può guardare dritto negli occhi l'interlocutore senza
doverli abbassare. Percepisco una certa sicurezza.)
Il titolo indica il sentimento dell'invidia, eppure l'opera non ne trasuda.
Il termine ossidazione, invece, può essere una chiave di lettura nell'indovinare uno dei
materiali impiegati.
Un Auto-antropomorfismo elegante nato in atmosfera rarefatta.
Carol Gianotti
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Lino
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