Arlecchino e le occasioni perdute
Quindi ha voluto narrare visivamente una nuova scena di Arlecchino (variopinto costume della maschera più famosa della commedia dell’arte) in veste contemporanea, ahimè drammatica / triste nel disegno, ma sgargiante nel colore, per far riflettere lo spettatore - sia davanti all’opera pittorica.. sia innanzi all’operato dell’uomo (cercando di metterlo volutamente -e se possibile!- a disagio).
Anche oggi come ieri il “Servitore dei due padroni” (..bergamasco di nascita, veneziano d’adozione e oramai cittadino del mondo globalizzato) chiassoso, furbo e opportunista come al solito, è sempre più povero e in bolletta (...visti i tempi!).
L’artista lo ritrae.. “goffo, seduto e stanco a riflettere.. e a sostenere una traballante bandiera Europea oramai a brandelli, che gli sbatte in viso”. In questo XXI Secolo, anche per lui è aumentata la concorrenza (vedi la maschera di Anonymous della sottocultura “hacktivists” tanto di moda nei nostri giorni, che si fa vessillo delle proteste no-global) e quindi c’è poco oramai da scanzonare, oltre che al solito truffare il vecchio padrone!! O il cliente, etc. etc...
A suon di truffe a “destra e a manca”, lui come la maggior parte dei protagonisti occidentali dei nostri giorni, si trova a fare i conti con un reale mondo difficile dove al solito: egoismi, religioni e culture diverse, fanno a pugni in un clima di nuvoloni (vedi il medio-oriente e i paesi arabi sul mediterraneo praticamente in fiamme..!).
Il dipinto ha la funzione di denunciare chi, con il proprio operato o egoistica disattenzione si nasconde, e non vuole prendere coscienza dei mali che da sempre non vengono affrontati e risolti.
L’opera invita a prendere atto degli errori che l’uomo si ostina a ripetere.
Leopoldo Zaffalon, alias Leo Zaff.
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