Il mio lavoro vuole mettere in discussione il "momento decisivo", teoria che per decenni ha caratterizzato un certo tipo di fotografia, soprattutto di reportage. Può esistere, mi sono domandato, una fotografia basata su momenti NON decisivi? Invece che essere il fotografo a cogliere il "momento decisivo", come si ritiene generalmente, io lascio che il momento "colga" me. Durante la mia normale vita quotidiana, fotografo in maniera casuale quello che accade davanti ai miei occhi, ad intervalli di tempo regolari (ogni 2 minuti). Dall'interazione tra azione del caso e mie elaborazioni successive nascono queste immagini. Resteranno isolate e fini a loro stesse, o saranno in grado lo stesso di raccontare una storia? O la storia è solo nella mente, nella percezione di chi guarda? L'installazione è composta da 12 immagini di formato 20x20. Lo spettatore è invitato a scomprle e ricomporle, a costruire la sua propria sequenza, a far raccontare alle immagini la sua storia.
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