La voce del silenzio
dopo che la stessa aveva perduto , pareva per sempre , l’espressione della voce , degli oc-
chi e della sua corporeità.
E’ un corpo femminile proporzionato, sdraiato,nudo, nella sua purezza e semplicità, che
sta bene, tutto è “normale”, ma dentro quel corpo lo spirito, l’animo della persona non è
più lo stesso : un incidente l’ha violentata in una parte del suo essere fisico,ma non l’ha
privata di tenacia, energia, forza, accettazione incondizionata, sopportazione.
Ed è nel silenzio che essa vive e comunica.
Quel silenzio, per me tanto conosciuto , nei miei morsi del mio male che mi portano tan-
ta sofferenza : entrambi ,così, viviamo il nostro star male.
Con la creta, prima, e poi con gesso, e ossidi,mi sono immerso in uno stato di comunicazio-
ne, di intima relazione.
Ho modellato il materiale, scelto, su tutta la superficie cercando di determinare il contor-
no sia della figura sia della trama delle superfici.
Con il colore ho voluto sottolineare ancora la sofferenza, che non ha più elasticità, priva
di scioltezza.
E’ una “scorza “ di legno, dura e resistente, che ha punti vulnerabili, ed altri quasi impene-
trabili, dura quanto morbida.
Ho cercato di entrare nel suo cuore con energia , con tatto, e con delicatezza per non gene-
rare e per non lasciare ferite.
L’ho guardata ed incontrata con il cuore scoprendone l’amicizia e la fiducia, velate da quella
scorza scura, di difesa e di apertura verso chi sa ascoltare e vivere “nel silenzio”.
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