http://untitled2013.wordpress.com

http://untitled2013.wordpress.com

http://untitled2013.wordpress.com è un progetto nato ora e in continuo divenire.
Ha l’ambizione di descrivere l’elemento umano della rete, la nuova fotografia identitaria dell’uomo.
Alla rete è oggi devoluta l’immagine di ognuno di noi. Un ritratto non è più un quadro ad olio; non è più una fotografia; è quanto lasciamo in rete.
L’opera si propone di dare evidenza al nuovo specchio ma anche alla nuova volontà di rappresentazione diventata volontà di connessione, esprimendo la volontà di ognuno di noi di essere, di essere in rete.
Il progetto ha un richiamo evidente all’opera di Vaccari del 1972, quando alla Biennale di Venezia con “Esposizione in tempo reale n.4. Lascia su questi pareti una traccia fotografica del tuo passaggio”, invitava il visitatore a entrare in una cabina Photomatic, a fotografarsi e ad appendere al muro la propria immagine.
L’evento diventa espressione di un’immagine identitaria e del rapporto spazio privato/spazio pubblico. La persona si mostra, come individuo e talvolta in coppia o in gruppo facendo trasparire la sua esigenza di comunità, e si espone al pubblico giudizio. Quella tenda della Photomatic, sulla quale anche la polizia intervenne per accorciarla, creava uno spazio privato di libera espressione; quella strip fotografica appesa sulle pareti della Biennale si rivela allo spazio pubblico.
Il moderno confessionale diventa il web con i suoi social network e i suoi blog; i nuovi specchi identitari, tramite i quali giocare con il proprio Io, raccontare storie, proprio come una strip fotografica faceva negli anni settanta. La foto come percezione di una presenza, come una traccia fisica, che ora si è trasferita nel web.
Ma non c’è più una tenda a nascondere il nostro privato; la sfera pubblica e quella privata si fondono contestualmente. Il web diventa un’agorà invasa da processi di informazione, comunicazione e relazione tipici di quello che una volta era uno spazio privato.
Infine la mancata partecipazione dell’artista all’opera del 1972 deve esser ancor più oggi attuale, lasciando ai “rappresentati” il diritto/onere della propria rappresentazione, in riflessione di quella privatizzazione che domina ogni aspetto esistenziale del nostro quotidiano.
Il richiamo formale all’opera di Vaccari si propone di rivelare il mutamento registratosi in questi anni non solo alle modalità di rappresentazione di se stessi, alle implicazione tra i due livelli privato e sociale ma anche alle modalità esistenziali, dove essere è essere connesso.

Piace a 1

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login