Friedrich

Friedrich

L’unità compositiva di questa fotografia mostra una chiesa diroccata e una figura di spalle, Friedrich: quale omaggio al pittore Caspar David Friedrich che con “Il viandante sul mare di nebbia” volle esaltare - in maniera romantica - lo sbigottimento che si prova di fronte a tutto ciò che non si riesce a misurare, sia dal punto di vista “sensibile” (compreso il “senso della storia”) e sia dal punto di vista della “percezione visiva” (come, ad esempio, tutto ciò che va oltre la linea dell’infinito).

In questa fotografia l’orizzonte appare come compresso dalle mura - umide e piene di muffa - della chiesa: a significare che nel “tempo corrente” bisogna trovare la forza per andare oltre il “vecchio modo di essere” per creare un “nuovo modo di esistere”. Le macerie sono il segno di una “unità architettonica” da ricostruire (perché le mura sono in rovina) o forse, addirittura, esse rappresentano l'avvertimento che ci troviamo in presenza di una struttura che è da abbattere e da edificare di nuovo, del tutto, specie se essa si considera in maniera simbolica, e cioè, come una “costruzione spirituale” implosa in se stessa. In altre parole, come una “struttura assembleare” (una chiesa, una “ecclesia”) fatua, secolare e decadente, che richiede di essere rifondata, come al tempo di Francesco d’Assisi che davanti al crocefisso della chiesa di San Damiano, per tre volte, sentì una voce dentro di se che diceva: “Francesco, vai e ripara la mia Chiesa, che va in rovina”.

La figura, proposta in questa fotografia, mostra una sorta di “viandante spirituale” che prova a districarsi nel mistero dell’Assoluto, e che si aggira - in forma di figura evanescente - intorno a un luogo antico di culto, rappresentato dai ruderi della chiesa. Le rovine del santuario cristiano, mostrano lo spazio e il contesto storico, entro i quali si è sviluppato – per effetto di una secolarizzazione incipiente - il “tempo presente” ed esibiscono, in maniera contestuale, la caducità della materia andata perduta, vuoi per l’incuria dell’essere umano e vuoi, anche, per le catastrofi naturali che si sono verificate: come le alluvioni e terremoti.

Attraverso questo scatto fotografico s’intende tratteggiare, inoltre, il percorso della ricerca spirituale, che porta dall’ ”Assoluto al Metafisico”. Nello stesso tempo, si vuole presentare il legame che lega l’individuo a Dio: attraverso un atteggiamento di Fede, che è andato perduto nella laicizzazione dei costumi, del tempo attuale.

A dimostrazione di questa crisi spirituale, la fotografia propone un altare in completo disfacimento, con Friedrich mosso dal desiderio di andare oltre il contingente” e di conquistare lo stato della “Sapienza antica” (tipica dei mistici e degli gnostici) e nell’ atteggiamento, altresì, di varcare una sorta di soglia dell’Infinito e, quindi, nella movenza di andare oltre la “Porta magica” ed “ermetica” descritta dai teosofi e dagli “alchemici del pensiero”, come la soglia che separa la terra, dai Cieli e da “tutto ciò che v'è d'intramezzo”.

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Commenti 4

Carlo D'Orta
11 anni fa
Carlo D'Orta Artista
Complimenti, bel lavoro
Karmil Cardone
11 anni fa
Karmil Cardone Artista
Grazie :)
Maria Cristina  Neviani
11 anni fa
Bravo!
IRA TUM
11 anni fa
IRA TUM Artista
Molto interessante e bello!

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