STATISTICHE DEL NOSTRO TEMPO - Only one will make it.
L’opera rende omaggio a “Il quarto stato” (1895-1901) di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Pellizza voleva comunicare, con l’avanzamento sicuro e fiero delle sue figure, l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, come nuova partizione di una comunità lavoratrice, sulla borghesia.
La tematica proposta da Daniela Boccaccini nasce dalla sensibilità legata al tema sociale dell’occupazione, così come è emerso da un recente sondaggio, che ha dimostrato che solo uno su cinque trova un lavoro.
L’opera dell’artista è composta da cinque pannelli nei quali viene raffigurata la stessa identica giovane figura (omologazione) ritratta di spalle. Nel secondo pannello da sinistra, possiamo notare che è più alto, colorato e dipinto, mentre gli altri pannelli sono posti nello stesso livello, le figure che singolarmente avanzano, nello stesso tempo arretrano dallo spettatore (cioè arretrano dai diritti e tutele finora raggiunti), perdendo il loro sguardo in un vuoto simbolico del colore grigio.
La forma di positività nella comunità, la volontà di lottare fermamente per i propri ideali si colloca in una considerazione di isolamento (solitudine), mentre vengono emarginate alcune forme solidali per uno scambio: aiuto reciproco.
Dal punto di vista compositivo, l’artista apporta due innovazioni iconografiche per mezzo della funzione che dà ai pannelli: come suddivisione di gruppi dinamici che avanzano e arretrano simultaneamente; un grafico statistico dell’immagine con l’apice alto, a rappresentare il raggiungimento degli obbiettivi della giovane figura colorata.
“...Tecnicamente la composizione della produzione pittorica della Boccaccini, risulta divisa nel binomio digital-pittorico, così attuando le vie di comunicazione proposte e suddivise dal massmediologo canadese Marshall McLuhan (1911-1980) nel celeberrimo testo Understanding Media: The Extensions of Man (1964): ”Oggi, dopo più di un secolo di tecnologia elettrica, abbiamo esteso il nostro sistema nervoso centrale fino a farlo diventare un abbraccio globale, abolendo limiti di spazio e tempo per quanto concerne il nostro pianeta”. I limiti della comunicazione e della retorica ad essa collegati, ai nostri giorni, hanno dimostrato che i mass media, non sempre si fanno garanti di una estensione dei sensi, intesa come “community aperta” o “luogo d’agire a più mani...”.
Dr. Gabriele Romeo - storico e critico d’arte©
Commenti 0
Inserisci commento