Il sogno di una lingua unica e universale è antico quanto l’uomo. Ma fu solo l’Apostolo Paolo a porsi la questione sotto un profilo teorico.Elaborò infatti la teoria del discernimento nella prima epistola ai Corinzi in cui distinse fra spiriti benigni e spiriti maligni e immaginò una macchina traduttrice per trasformare il linguaggio divino in lingua umana, universalmente discernibile. Di tale macchina lasciò alcuni schizzi, ritrovati sulle rive del mar morto: un orpello costituito da leve di zinco e di rame, al centro del quale sarebbe stata collocata la testa di San Giovanni. Le parole divine venivano veicolate dalle leve nelle orecchie di Giovanni e ne sarebbero uscite dalla bocca in una lingua umanamente comprensibile. Dopo tre secoli Sant’Agostino, convinse le autorità ecclesiastiche a concedergli la testa di Giovanni che ribattezzò la bocca del morto. Diede dunque concretezza al progetto paolino e in onore di San giovanni compose le celebri apocalissi di san giovanni. Ma quando la bocca del morto cercò di tradurre quel fiume di parole riuscì solo in un misero balbettio: SANTO SANTO SANTO, L’ONNIPOTENTE SIGNORE DELL’IL, ERA DEL CHE DI COLUI VIENE DEL CHE DEL è E DE CHE?
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celeste,
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