sarò madre
L’installazione è composta dalla scritta sarò madre formata da bottiglie molotov.
L’opera rappresenta molto bene la mia situazione fisica e mentale attuale, durante l’anno trascorso in residenza presso la Fondazione Bevilacqua La Masa sono rimasta incinta e questo evento oltre a portarmi delle gioie mi ha generato molte frustrazioni e preoccupazioni, soprattutto riguardo al futuro mio e di mia figlia.
Credo questo sia un periodo storico per l’Italia e per l’Europa caratterizzato da una profonda crisi politica, economica e sociale. Sono dell’idea che ci sia un grande malcontento sociale, soprattutto delle generazioni più giovani che ne risentono in maggior modo della situazione. E io non ne sono esclusa.
Per questo ho voluto riflettere sui due sentimenti opposti che convivono in me in questo momento.
Da un lato una frase estremamente gioiosa e piena di speranza, sarò madre; dall’altro l’oggetto scelto per comporre il messaggio: la bomba molotov, un’arma distruttiva e violenta.
La bottiglia incendiaria, nata durante la guerra civile spagnola e ampiamente usata poi nelle proteste del popolo e nelle guerriglie urbane rappresenta, a mio avviso, il simbolo violento del malessere civile. Del resto si tratta di un’arma a tutti gli effetti, ma estremamente semplice da costruire e direi casalinga, dunque alla portata di tutti e per questo l’arma più vicina anche a me.
Con questa installazione cerco di esprimere tutto il disagio, lo sconforto e la mancanza di fiducia che nutro verso il mio Paese anche se lascio comunque spazio per una speranza, la nascita di una nuova vita.
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