Un a riflessione sulla contemporaneità dei temi boccacceschi e specificatamente sulle"pene d'amore", velate da una simbolica eleganza. Tema chiave è quello del “cuore mangiato” trattato nel Decameron IV 9 :“(…)La vicenda della donna indotta, da una crudele vendetta maritale, a cibarsi inconsapevolmente del cuore del suo amante“. L’amore come facile/vorace consumo, cibo per la mente e il corpo; amore come sentimento atemporale aldilà della moda, malleabile, virtuale, onnipresente ai tempi di facebook e dei social network; riformulato che non perde le sue molteplici identità. Amore talvolta ostacolato dalle gabbie delle classi sociali, talvolta dallo stesso destino, ma tutelato nei ricordi. Si è scelto di ritrarre solo una piccola porzione del corpo umano: la mano. È una parte del corpo molto intima, legata al senso tattile, al possesso, all’ amore carnale, in quanto oggetto di chirologia legata al destino, ma anche alla mente La stessa parola «mano» deriverebbe dall’accadico «manu», = contare, e non si può non notare la stretta somiglianza fonetica con il termine sanscrito «manas», la mente..
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celeste,
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