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Con un atteggiamento autodistruttivo, condizionato dalla paura della morte, dalla deperibilità dei nostri corpi, dall’attrazione per l’inorganico, viviamo ad un ritmo tale che vediamo la nostra fine sempre più prossima, vogliamo tutto e subito, senza pensare agli effetti che i nostri gesti causano.
Chi promuove il nichilismo ignora le reali possibilità della tecnica, essa stessa infatti potrebbe essere la chiave per superare questa deriva. Promuovere, con consapevolezza etica, il progresso tecnologico ci rende capaci di prevedere e prevenire i rischi e di intuire soprattutto le potenzialità che sta generando.
Con ibridazione tecnologica, nano-tecnologia e alterità biologiche, supereremo i vincoli biologici giungendo al prolungamento indefinito della vita per avere più tempo da dedicare al “vivere”.
Attraverso il corpo e l’accettazione dei mutamenti e contaminazioni che subirà, avverrà questo cambiamento, che ci renderà definitivamente dipendenti dalla tecnologia, ma che ci consentirà di recuperare valori e rapporti che non abbiamo tempo di coltivare.