L'opera vuole essere un omaggio a Calvino e alle sue città invisibili. Alla certezza che anche "una città infelice può contenere magari solo per un istante una città felice". Un invito a trovare tra catrame e cemento angoli di leggerezza e pensieri soffici come zucchero a velo. Di dare un anima alla storia e poi chiamarla memoria. Un' esplorazione che da esogena si fa endogena...ove l'unico viaggio possibile è quello onirico e metafisico... Dove ogni città ha lo stesso peso specifico del pensiero di un vagabondo e la stessa materia di cui sono fatti i sogni.
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celeste,
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