CERTI DEL NOSTRO PROGRESSO
Nello spazio protetto di una villa fuori Firenze, al riparo dalla terribile peste, Boccaccio mette in scena la totalità del mondo a lui coeva; il suo realismo non è un semplice verismo oggettivistico, ma registro narrativo, sguardo innovativo e prospettico sull'epoca che ha amato, criticato, assunto e ri-fondato nella sua importante opera letteraria.
Oggi, dopo sette secoli, il mondo sembra essersi fatto più opaco e lo sguardo meno fiducioso. nel diverso spazio chiuso di una strana stanza, possiamo esimerci dallo sporgerci per guardare dentro il fondo oscuro del tempo che stiamo vivendo?
CERTI DEL NOSTRO PROGRESSO
video 2012 durata 08:43 - voce: silvana baga, pino cenzo, riccardo longoni, serena mauri, libera, daniela vanoli; musicha: rita marcotulli, silvana renzini, daria baiocchi, maurizio signorino, lar cobsay.
Nel video, il piano di una soggettività, incerta e frantumata, si smarrisce nelle seducenti offerte di un mercato che promette l’appagamento di ogni desiderio.
Il compito di salvare l’uomo dal terrore della sua vulnerabilità è forse, paradossalmente, affidato a un mondo popolato di alienanti surrogati?
CERTI DEL NOSTRO PROGRESSO
Che sia una complicazione?
Ho dimenticato i motivi per i quali mi aggiro in questo spazio.
L’abitudine, forse.
Oggi le luci sono così forti che trasformano ogni cosa in spigoli taglienti.
Migliaia di auto sembrano giocattoli umani confusi,
senza alcuna direzione.
Quella nuvola laggiù, soffice, nel cielo,
l’ho dipinta io la scorsa settimana.
NO! Non l’ho dipinta io.
E come avrei potuto!
L’ho sognato certo!
L’ho sognata!
Del resto ho sognato tante cose
Come posso mai distinguerle!
Alcuni macchinari, hanno tecnologia ibrida.
Parti assemblate sono pezzi umani.
Le macchine più sofisticate sono rifinite di similpelle.
Sono vere opere d’arte.
Tutte infliggono la morte adeguatamente…
E’ la loro funzione più apprezzata.
Del resto, se la vita non fosse strumento docile
Andrebbe soppressa prima.
E’ facile perdersi le strade non hanno direzioni, contraggono
Il principio e la fine nello spazio del Nulla.
Quindi, impossibile perdersi nel Nulla!
Meglio liberare l’alveo del fiume altrimenti
una montagna di terra e fango, copriranno ogni cosa.
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