Vorrei, ma non posso...
L'arte di fare ceramica è consentita a quei pochi ceramisti abili nel giocare con terre e fuoco per ottenere quell'unicitá tra idea e risultato.
La ceramica Raku è un'antica tecnica nata in Giappone nel XVI secolo, e in seguito perfezionata negli Stati Uniti. La tecnica necessita dell’uso di un’argilla refrattaria, la quale è in grado di resistere a temperature molto elevate. La prima fase, detta biscottatura, serve a trasformare l’argilla in ceramica, facendola cuocere in forni che raggiungono la temperatura di 1000 gradi. Nel Raku si utilizzano terre particolari che hanno la proprietá di resistere ai notevoli sbalzi di temperatura dovuti all'estrazione dell'oggetto, ancora incandescente, dal forno e al suo immediato raffreddamento.
Dopo che il manufatto è stato colorato con smalti e cristalline, viene messo in appositi forni per essere cotto a circa 950 gradi. Al termine della seconda cottura, la ceramica viene sottoposta a “riduzione di ossigeno”, ovvero collocata in un contenitore precedentemente riempito di materiale combustibile (segatura, carta da giornale o foglie secche), dove la presenza di ossigeno è ridotta al minimo. Il fumo riesce così a creare degli effetti particolari sugli oggetti, che risultano ricchi di lustri e riflessi metallici. All'apertura del forno il ceramista ha pochi secondi per afferrare, con pinze, l'oggetto incandescente e decidere le operazioni da fare per ottenere quegli effetti che lo renderanno unico. Il Raku non dà risultati costanti, ed è questa la sua bellezza. Perfino i segni delle pinze sugli oggetti li valorizzano, rendendoli assolutamente unici e irripetibili.
OGNI PEZZO E' UNICO AL MONDO!
Il risultato è sempre una sorpresa, dove terra, acqua, aria e fuoco sono i protagonisti principali con i loro primordiali valori legati all’estro dell’uomo.
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