“Ancora il mare, di nuovo, sempre – il mare. M’incanto dinnanzi al contrasto più fragoroso, una volta, ancora. E infinite come costellazioni e onde – restano insignificanti strutture, vuote scacchiere in ponti di ferro, cemento e sale. C’è odore di pioggia, velluto nella notte. Crollano bagliori di stelle lungo città spente da secoli di rincorse e conquiste, vuote, esasperate. Tacciono i luoghi come una musica abbandona un sipario: è un fantasma e uno spettro, nel chiaroscuro. È dunque alba o tramonto – crepuscolo incostante, teoria del futuro – ma adesso: presente ingombrante.”
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Gruß, Agnes
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