“Crolla lo sguardo, precipita – s’inclina, ora: è una roccaforte meravigliosa e sublime all’orizzonte, una torre d’avorio e carbone che cede il proprio baricentro lungo un terremoto invisibile, doloroso, sordo. Inarrestabile. Perde consistenza ogni geometria passata: le reti si dissolvono, in primissimo piano, sciolgono i loro nodi di ferro solo ora che non resta nulla da trattenere – ora che il mondo scivola lungo quell’angolo del quadro: l’ultimo, quarto.”
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celeste,
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