“È una violenta prospettiva, ancora, un punto di fuga irraggiungibile – un miraggio fra i relitti. Corre lungo un ponte sospeso fra i margini del tempo: e qui il ferro, le lame, le spine – qui la rete quasi si dissolve, aprendo spazi e sguardi oltre il confine, oltre le roccaforti che giacciono dormienti, protette da ruggine e mattoni. Immagino uno sguardo diverso, fra le pieghe dell’abbandono, un’occhiata irriverente, un sospiro indeciso. Ora sale, piano, un senso di vertigine. Percorro pareti e argini sconnessi: è un’ombra d’incendio freddo, a destra, nel riflesso della torre. È vana speranza, eppure splende, d’oro – il cuore della roccaforte.”
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celeste,
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