“È sempre una barriera, un muro, un recinto. Blocca il mio sguardo, prima: e dunque, il respiro. Non mi appartiene – non posso guardare senz’infrangere il ritratto che porto con me, sempre, in ogni veduta – la vita se ne esce incasellata, logica, sorda, incompleta; terribilmente irreale. Invece è miele scuro, miele per l’anima, il naufragio delle torri che scivola oltre la rete. È leggero come ruggine, indelebile come un addio. Limpido, come un sospiro. Siamo tutti figli dello stesso belvedere, irraggiungibile; illusi padroni d’un mondo in affanno che si sgretola aldilà d’un muro. Un muro inventato dagli stessi occhi che ora vorrebbero non averlo visto mai. Per stare fermi, per dividere, per tracciare distanze. Per respirare.”
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celeste,
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