MATERNITA' FELINA
Attraverso l’elaborazione dell’istinto materno Mario Gianquitto nel dipinto “Maternità felina” esprime la precoce assenza della figura genitoriale più importante nella storia di un uomo: la madre. Un vissuto mancato, che nelle dinamiche inconsce e profonde, viene rappresentato in una sequenza di pienezza e di vuoto, dove scompensi metafisici si identificano nel deficit e nella profferta d’amore. Il neonato è teso a colmare il lutto. Due creature in perfetta fusione simbiotica. Effusione amorosa intensa e dolcissima di appartenenza, dove entrambi i soggetti sono in equilibrio armonioso e sintonico. L’espressione attenta del felino è sinonimo del controllo del proprio corpo, della personalità dominante, materializzazione illusoria della figura materna.
Un viaggio interiore, chiarificatore, l’irrazionale come rappresenta-zione di appartenenza a creature terrestri. Tra metafisica e realismo l’opera lancia una sfida tra l’essere e l’intelletto, dove la casualità non trova posto, perché l’intuizione e il percorso del pensiero la precedono. La tela diviene lo spazio entro i cui limiti l’artista tenta di risolvere il conflitto interiore. Il nero del fondo è istanza di vuoto affettivo, dal quale emergono luminosi e trionfanti i capri espiatori delle sue inquietudini.
Il virtuosismo del linguaggio va di pari passo con il significato intrinseco del dipinto, il corpo del felino appare solido, leggero, scattante, una macchina da guerra pronta a difendere il suo cucciolo dalle insidie del vivere. Una pantera come metafora, analogia, che Mario Gianquitto sente necessarie per risolvere l’irrisolvibile.
Il morbido panno rosso sul manto del felino su cui poggia il neonato dormiente è la traccia di una ferita sempre aperta.
L’assoluta purezza dell’impronta figurativa del dipinto è, come sempre nelle opere di Gianquitto, imprescindibile da soluzioni minimali, geome-triche, astratte, ornamentali che lo conducono al contemporaneo.
Il motivo astratto, nel basso dell’opera, è il mezzo espressivo per dare movimento e dinamismo al felino, una linea curva ondeggiante, tridimensionale, che avulsa dalla realtà, palesa, nella visione dell’artista, sperimentazioni linguistiche nuove. L’inserimento di un frammento informale diviene paesaggio, la campitura sottostante è terra fertile che attende il seme della vita.
“Maternità felina” un’opera dove Gianquitto cerca nella sua poetica la memoria di un evento che l’ha modificata, radicale ed irreversibile, che non chiude le porte alla speranza di un ipotetico altrove.
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