Corpi
I corpi si modellano come strumenti, si adeguano vicendevolmente a questi. Tanto lo strumento barca (ad esempio) quanto il corpo, divengono macchina. Un marinaio (cosa diversa è un pilota, conducente, capitano: egli non è mai marinaio, ma solamente macchina-stato, congiuntura tra terra e terre nel piano liscio del mare) abbisogna di contorcersi, di stirarsi, di infilarsi delle crepe della barca, esserne calafatura, vernice (per il suo potere d’essere come pelle). Diviene parte della macchina è la macchina. Rimane, il marinaio, tra il fasciame dell’imbarcazione, ne è il sensibile è il collante: tutta l’anima del marinaio è espressa come colla che rinsalda il fasciame lo unisce senza controllarlo (il fato). Non a caso l’ingenuità infantile dei marinai è al limite della demenza, dell’essere idiota. E’ il prezzo alla fedeltà-sensibilità barca. Un marinaio si riconosce da lontano.. è cosa diversa dalla retorica -del marinaio- . E’ nota sensibilissima di scandalo, è corpo “nudo” prima d’essere altro (un alterità che non sarà mai riconducibile a nulla).
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