FRAMMENTI

FRAMMENTI

(recensione di Maria De Michele)


La pittura di Mario Gianquitto non è ricostruzione storica ma pura invenzione. La realtà pittorica di “Frammenti” parte dal ‘600 con un particolare del “Marsia” del de Ribera per giungere ad elementi del nostro millennio. La composizione segue un filone architettonico, letterario, teatrale che vive in stretta connessione tra passato e contemporaneo. La citazione per Mario Gianquitto diviene il provvedimento che ispira la ripresa di modelli pittorici e non strumentalizzazione degli stessi. L’artista circoscrive in uno spazio epoche storiche frammentate dove l’ immaginazione diviene il collante che richiede silenzio, riflessione. Per l’autore la contraddizione è espressione di una volontà, di un’aspirazione a non disperdere un patrimonio artistico che costituisce la suprema espressione dell’esperienza estetica dell’uomo, insostituibile manifestazione di libertà che si esplicita nella chiarezza e nella forza dei suoi processi di astrazione. L’autore si pone sempre come condizione stessa dell’arte un impegno sociale che attraverso un profondo processo rivoluzionario ha in sé un obiettivo più vasto che abbraccia tutte le realtà intellettuali e spirituali. L’arte si libera da ogni condizionamento repressivo e recupera il ritmo istintivo del gesto pittorico.

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