Vanitas Vanitatum
In un'atmosfera di rarefatta malinconia s'insinua una visione immobile e surreale: una figura femminile, fatta di una materia grumosa e abrasa, allude alla fragilità della bellezza esteriore. Compaiono i simboli del tempo: i rottami di un vecchio orologio, il teschio, l'oca. Due bambini dall’identità indefinita fanno capolino da un fondo di carta con foglie e rose, simboli della caducità delle passioni e dello sfiorire delle età. Il verde acido spicca sulle tonalità monocromatiche del grigio neutro; tra le figure disegnate, ma non del tutto compiute, emergono frammenti di carte sovrapposte, ritagli di giornali, veline, pagine di quaderni con appunti, numeri, calcoli e scritture strappate. I tratti incisivi e neri si scontrano con i segni più delicati, sfumati a matita, e con i riflessi dell'oro. In questo equilibrio instabile di simbologie affiora qualcosa che rimanda a un remoto passato...a una previsione del futuro.
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