verso la luce
Poi arrivò il giorno in cui le piccole particelle bianche nate da ideali, da progetti e sogni intrappolati da tempo immemore negli oscuri ghiacci che ricoprivano la terra senza più vita, incominciarono, quasi impercettibilmente, a muoversi.
Qualche centimetro sotto la superficie s’andavano agglomerando centinaia e centinaia di particelle chiare.
Le bollicine si avvicinavano, s’ammassavano, formando corpi vagamente rotondeggianti, all’interno dei quali, s’intravedeva del tenue colore.
In questi piccoli ammassi era percepibile del movimento, lento e costante, e, col passar del tempo le bollicine si allargavano un poco mostrando la materia delicatamente colorata che stavano avvolgendo.
Nelle vicinanze di questi agglomerati era possibile percepire un lieve suono.
Quando giunse il vento che sparse il suono per tutto il pianeta, un numero incalcolabile di piccoli ammassi nati dall’impronta dei sogni, venne, quasi contemporaneamente, in superficie.
Gli agglomerati si aprirono e ciò che si era formato all’interno, iniziò a muoversi, colpito, scaldato dalla luce.
Erano i nuovi viventi, era il germe della nuova specie pronta a popolare il pianeta.
Poi la terra prese il suono che vagava tra i ghiacci, colse il vento che li sorvolava, e li mischiò facendo nascere la musica che donò ai nuovi abitanti.
La musica iniziò a spargersi per il pianeta, ed al suo arrivo i ghiacci si sciolsero e il pianeta si riempì di colore.
E fu così che con i sogni, la musica ed il colore, si impastò la vita nella terra nuova.
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