donna perchè piangi?

donna perchè piangi?

Fotografia Digitale, Ritratto, Digitale, 40x40x2cm
Donna, perché piangi?
fotografie stampa lambda su di dibond 40x60 cm 2008-09

Narra il Vangelo secondo Giovanni che la domanda venne posta per due volte di seguito a Maria di Màgdala mentre giaceva in lacrime fuori dal Sepolcro vuoto, disperata per la morte del suo Signore.
Soffermandosi sul significato di questo passo, teso ad invogliare la donna a dichiarare la motivazione di ciò che la affligge, Enrica Magnolini pensa alla realizzazione di una serie di fotografie che abbiano per protagonista il volto femminile, colto nell’istante in cui la dimensione di dolore simboleggiata dal pianto svanisce per lasciare il posto ad una ritrovata consapevolezza.
L’idea si concretizza in una sequenza di sguardi anonimi, lucidi e penetranti, che non trasudano impotenza ma forza ed energia, e paiono l’attestazione di un’integrità ritrovata, la testimonianza di una riaffermazione del sé dopo lo smarrimento iniziale, di cui rimangono ancora le tracce.
Specchio fedele della volontà di rimettersi in gioco dei soggetti ritratti, fissano lo spettatore in modo fermo e risoluto, trasportandolo dentro l’inquadratura con grande carica emotiva: lungi dall’essere pervaso da un impulso consolatorio, egli è indotto al confronto con ognuno di essi.
Rappresentativi di uno stato d’animo che trascende il vissuto particolare del singolo, questi primi piani sono immortalati rigorosamente in bianco e nero, sfruttando il contrasto che si innesca tra i lineamenti marcati del viso, dimostrazione concreta del trascorso individuale, ed il fondo bianco, atto a decontestualizzare nonché a consentire l’accesso al tempo interiore della coscienza, filo conduttore tra le immagini.
L’intero progetto mira a richiamare l’attenzione sull’importanza dello sfogo come fonte di purificazione e coinvolge donne di età differenti, le cui intime vicissitudini si possono appena immaginare perché, come sottolinea l’autrice, «ci sono delle cose che vedono solamente gli occhi che hanno pianto».
Edith Ballabio
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