: l’Ipazia del tempo del sole + Migrazione 1 e 2
Partecipo molto volentiri a questo progetto con un trittico : l’Ipazia del tempo del sole + Migrazione 1 e 2.
Sono lavori che apparentemente non hanno congiunzione, invece descrivono un segmento del mio testamento biologico. È un pensiero contenente pace, libertà e purezza di cuore per una svolta di rinascita non solo personale ma, per contagio, anche collettivo… spero!
Il mio credo di “esplosione”e di voglia di “cambiare il mondo” sta proprio nel pensare positivo e quindi nel “gettare buoni semi al vento per far fiorire il cielo” (come dice, appunto Jacopo Perfetti).
L’Ipazia del Tempo del Sole, assieme alle sue 7 sorelle (Del viaggio interiore, Dei colori dello spirito, Della purezza del cuore, Dei 4 elementi, Dell’arte, Del gioco e pace, Dei mondi – www.luiginamazzocca.it), è dedicata ad uno status simbol della libertà del pensiero: Ipazia di Alessandria d’Egitto (355 dc). Ipazia fu la prima martire della libertà di pensiero, signora della notte stellata, intellettuale, filosofa neo platonica pagana, matematica, astronoma, bella e colta, figlia di Teone geometra e filosofo di Alessandria d’Egitto. Per Ipazia la filosofia è uno stile di vita, una costante religiosa e disciplinata ricerca della verità. A causa della sua erudizione venne uccisa, perché femmina illuminata e troppo colta, accusata di stregoneria e vittima del fondamentalismo religioso.
Ipazia del Tempo del Sole è formata da tanti elissi di ferro zincato a delineare una sagoma femminile e a simboleggiare i Meridiani terrestri. Il contenuto è costituito da palle di gomma colorare (tutte le etnie della terra) che convivono allegramente nel rispetto della propria diversità, per un unico scopo.
La “testa” è costituita da una sfera armillare /orologio solare: senza la consapevolezza del nostro essere particella di un universo molto più grande, non possiamo avere la giusta dimensione di Chi siamo e del Rispetto della terra che ci ospita.
È nel guardare i cieli che ci accorgiamo dei voli degli uccelli, e delle loro migrazioni secondo un ordine biologico naturale.
In Migrazione 1 e 2 (ultimissimi lavori da cm 100x110 ciascuno, ma il mio desiderio è quello di poter realizzare grandi pareti e soffitti) gli “uccelli” sono calzini appallottolati con filo di ferro zincato, impregnati di resina, quasi a creare un materiale fossile per testimonianza alle generazioni future. L’abito in generale è la poetica che inseguo dal 2007: l’indumento fisico conserva il vissuto e diventa parte del DNA della persona, quindi meritevole di studio.
Nelle immagini sul sito si possono capire i vari passaggi di “purificazione” fatti per dare la giusta importanza a ciò che di noi è materiale ma soprattutto a ciò che di noi è immateriale.
Ora, tra tutti gli indumenti, adopero molto i calzini e quando li lavoro avverto il mal di piedi e la fatica del vivere. Ovviamente è un riflesso istintivo ma utile per ancorarmi a terra.
Quando, però, la trasformazione è completata è come se avvenisse una sorta di reincarnazione, un trasferimento non casuale in ciò che dall’intimo vorrei essere. Ne scaturisce una grande gioia!
Cosa c’è di più rivoluzionario e di irripetibile vivere in una frazione di secondo la felicità, l’amore assoluto? Non è forse a ciò che tutti tendiamo?
Per tutta la vita ho “fatto arte” preoccupandomi di eseguire una bella pittura o una bella scultura che possa piacere ai più, non rendendomi conto che essere artista, come dice Jacopo, non è il prodotto risultante ma, essere artista è rimanere se stessi in tutte le 24 ore di una giornata.
Per questo ora sorrido quando mi dicono “ma non hai i bidoni della Caritas vicino a casa tua per buttare i vestiti usati?”
I miei “mondi” – è il nome che do agli indumenti appallottolati – anche presi singolarmente, sprigionano una enorme forza di libertà e uguaglianza. Si percepisce che ogni mondo potrebbe essere il tuo e non importa se sei alto-basso, bello-brutto, ricco-povero, colto-ignorante, bianco-nero….. anche tu hai scritto la storia e continui a scriverla perché sei un’opera che continua a vivere e a far sognare.
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