new generation

Siamo nell’era dei social network delle emozioni da condividere in diretta, sul web, dal vedere e farsi vedere come protagonisti di quell’emozione che però ci sfugge o per lo meno viene distratta poiché siamo troppo presi a fotografarla a registrarla a taggarla. Non ci lasciamo più prendere dalla trance del nostro spettacolo speciale, ma, rimaniamo quel tanto vigili per pensare al nostro mondo social che si attende qualcosa da noi, come un segno della nostra presenza a quell’evento. O siamo noi che vogliamo dar prova di aver assistito a quell’ evento particolare?
Pensiamo già oltre, invece di vivere il momento e guardarlo lasciandoci trasportare dai sensi che vengono colpiti dal nostro artista rock preferito e dalle sue performance o da qualsiasi evento particolare della nostra quotidianità; siamo preoccupati di condividerlo su un supporto ibrido, all’interno del quale altri ci daranno i loro giudizi, esprimeranno le loro emozioni e parleranno di qualcosa che non hanno vissuto se non attraverso me.
Ricordo ai concerti le mani alzate e un sentimento di empatia con tutti, l’accendino acceso simbolo della mia presenza e la forza di sentirsi un tutt’uno in quel preciso, unico, indimenticabile momento vissuto.