La cacciata dal Paradiso
La mia ricerca ruota attorno alla sfera del sentire, un sentire interiore che va riflettendosi e mostrandosi attraverso la nostra corporeità. Ho deciso di impostare e costruire tutto il mio lavoro attraverso e sul mio corpo ed per questo i primi segni che traccio sulla tela vanno a ridisegnare la mia sagoma. La corporeità che voglio affrontare però viene quasi a mancare, è un corpo che vorrebbe esalare l’ultimo respiro, un corpo che vuole essere leggero e trasparente come una foglia, è un corpo solitario e sterile nella sua solitudine che spera di trovare in sé una risposta perché dentro di sé trova continue domande, continue differenze come lo possono essere il chiaro e lo scuro che spesso nei miei lavori vanno a formare un’unione ed un contrasto.
Quindi partendo dalla parte più concreta di me stessa, dall’esperienza che ho di me stessa, sto cercando di parlare di quel mondo misterioso che contraddistingue ogni singola identità e non il mio solo essere persona, donna, vita ‘cosciente’.
Nell’opera qui presentata “La cacciata dal Paradiso” prendo quasi le sembianze di Eva. La donna è senza volto ed al posto di esso compare una sorta di nebulosa bluastra che ci vuole parlare di una mancanza ma anche di una ricchezza che la stessa donna cerca di proteggere con il braccio alzato.
Sembra non accorgersi che ciò da cui scappa e da cui è cacciata, il ‘Paradiso’?, il ‘Blu’, lo sta portando via con sé, nel suo petto.
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