Fotografia Digitale, Interni, Digitale, 60x40cm
La fotografia intitolata “La stanza di Vincent” è una reinterpretazione e rielaborazione in chiave moderna del dipinto “La camera di Vincent, ad Arles” di Van Gogh. Questa fotografia nasce a seguito di uno studio compositivo effettuato sulla distribuzione - geometrica e spaziale - degli oggetti posti all’interno dell’opera pittorica di Vincent Van Gogh, che sono: il letto e il materasso. Inoltre particolare attenzione è posta anche sulle diverse gradazioni di colore delle pareti e del legno (con cui è costruito il letto) colori che generalmente offrono allo spettatore un senso di grande serenità e tranquillità, che invece in questo caso contrastano con l’atmosfera della fotografia decadente e inquieta (seppure con accenti romantici). I colori della foto accentuano quel senso di solitudine, di emarginazione, di abbandono, di mancanza di relazione e d’isolamento che caratterizzano la società moderna: più aperta, oggi, alle apparenze e alla “notificazione spenta” degli eventi e meno, molto meno, alla “comunicazione calda” delle idee e dei pensieri, da “mente a mente” e da “cuore a cuore”. Elementi questi, che si accompagnano, anche, alla memoria e ai ricordi, di quella società contadina da cui scaturisce l’esperienza umana, il “vissuto antropico” e il “narrato simbolico” dell’ambiente stesso fotografato: luogo, questo, all’interno del quale allignava in passato, nella maggior parte dei casi, una miseria quasi atavica, ancestrale, antica, maledetta, che sopravvive ancora oggi nella semantica deduttiva dei “topoi antropici” (fotografabili nei ruderi, ormai disabitati, di alcuni centri storici) e nei manuali dimostrativi e razionali di antropologia urbana.
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celeste,
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