Arte, scienza e fantasia? O illuminazione? Colpo di genio o di sole? E’ difficile comprendere da che parte si sia sprigionata la scintilla che ha acceso la mente di questo giovane. Lo presentiamo: si chiama Stefano Marangon, radici venete (e proprio dal mestiere del “marangon”, il falegname, ha tratto l’altro elemento, oltre al sole, della sua creatività). Nasce nel 1974 a Vigevano, comune italiano della provincia di Pavia, in Lombardia, nota per la sua “Piazza Ducale”, vero gioiello d’arte rinascimentale d’Italia. L’artista trentasettenne ha una particolarità non da poco: è l’inventore della “ecliografia”: scrittura ecologica monotipo ottenuta con il sole. Quest’arte lo ha portato a realizzare centinaia di opere, dapprima incidendo poesie per poi passare ai personaggi dei fumetti, ai ritratti e ai paesaggi, fino ad approdare a creazioni astratte di significato simbolico-spirituale e alchemico-concettuale. La tecnica di Marangon è, infatti, la materializzazione formale di un approccio mistico-panteista nel quale il tema stesso dell’ecologia è vissuto come percezione sacra dell’habitat e in primo luogo della sorgente che quotidianamente ci nutre. E, benché rivoluzionaria, essa si configura pertanto, agli occhi dell’artista stesso, come figlia di un sapere antico: «Ciò che contraddistingue le menti veramente originali non è l’essere i primi a vedere qualche cosa di nuovo, ma di vedere come nuovo ciò che è vecchio, conosciuto da sempre, visto e trascurato da tutti», commenta l’artista, citando Friedrich Nietzsche, in riferimento alle sue creazioni e alla sua tecnica
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celeste,
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