ALSO SPRACH ZARATHUSTRA

ALSO SPRACH ZARATHUSTRA

Grafica Digitale, Filosofia, Figura umana, Computer graphics, 100x70cm
L'opera nasce dalla rielaborazione di uno scatto casuale, fatto in un momento di pausa
fra le lezioni in Accademia. I soggetti stavano riposando sulle scale esterne
dell'edificio, mentre fumavano una sigaretta e discutevano dei problemi scolastici.
Uno scatto apparentemente inutile, da buttare, come un'infinità di foto fatte a
casaccio, eppure rivelatosi interessante dal punto di vista formale e concettuale. A
parte l'efficacia visiva di un bianco nero così forte, puro, enfatico, che fa parte della
nostra cultura, notiamo un interessante dualismo fra le figure in rapporto
diametralmente opposto nei confronti dello spettatore.
La figura di destra scruta dentro se stessa, instaura un rapporto visivo indiretto,
concedendo la sua forma fisica ma non quella interiore. Al massimo quella emotiva,
ma non quella interiore. La figura di sinistra, invece, guarda in profondità e cerca lo
sguardo del fruitore, instaurando un rapporto biunivoco con esso, un rapporto di
delicato “dare” e “prendere”, un rapporto più diretto.
Quest'opera fa parte di una serie di grafiche che Carol Gianotti ha creato al fine di
migliorare la qualità formale ed espressiva.
La scelta della gamma cromatica ridotta è tipica di tutta la serie: bianco, nero, rosso e
la scala dei grigi richiamano una tricromìa che si muove sull'asse bianco/nero con
l'aggiunta del solo colore rosso. Accordo cromatico antichissimo, efficace e, al tempo
stesso, contemporaneo. Il trafiletto a mò di didascalia di giornale è una citazione
letteraria trasversale. Il fatto che il significato dello scritto non sia compatibile con ciò
che ci suggerisce l'immagine crea un senso di disorientamento visivo e incompletezza
cognitiva. Analogamente al concetto di saboteur tranquille di Magritte, l'artista
elimina i collegamenti fra parole e figure. L'idea di partenza per la serie è stato:
scattare, realizzare graficamente l'immagine e collocare un estratto di romanzo con un
sistema grafico-didascalico. L'artista, nel creare queste grafiche, si è concentrata
sull'efficacia visiva, cromatica e del lettering, sentedoli ed usandoli come elementi
autonomi, per creare un equilbrio simultaneo di entità differenti.
Analogamente all'assaggio di un piatto, che ha sapori e consistenze diverse, del quale
possiamo notare le differenze oppure congiungerle nell'insieme, nell'esperienza
gustativa complessiva del boccone, in questa serie di opere possiamo vivere gli
elementi che le compongono autonomamente, come momenti suddivisi, oppure
cercare, se desideriamo, tutte le strade e le intersecazioni possibili fra di essi.

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Commenti 2

Bertrand CARDON
11 anni fa
Bertrand CARDON Artista
Magnifique pour l'intensité du regard et l'absence de regard. Se rejoignant dans l'intériorité.
Suzan a1qq Hijab
12 anni fa
In der Tiefe lernt man sich
In die grenzenlose Freiheit lernt man zu stehen.
Ohne zu wissen auf welcher Boden man steht.
Der Ruhelose Geist führt, gibt sich zu erkennen, man lernt erst sich zufrieden zu geben denn mehr kann der ruhelose nicht weiterkommen.

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