è la sua fragilità che rende possibile la bellezza.
"Ahi, mia povera musa, che cos’hai stamane?
Nei tuoi occhi infossati fan ressa le visioni
notturne, a freddi lampi sul tuo viso
passano taciturni l’orrore e la follia."
(VII. LA MUSA MALATA da “I fiori del male” Charles Baudelaire)
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