Patamacchina Il Catalogatore di Sogni ovvero un deposito colorato per tutto ciò che desideri
Il senso dell’opera si fonda sull’interattività fra fruitore e macchina, aprendo prospettive futuribili grazie all’assemblaggio di oggetti animati da meccanismi visibilmente funzionanti, che si offrono al gioco di uno spettatore attivo.
Il Catalogatore è una macchina pensata per non dimenticare i sogni notturni e catalogare quelli futuri riposti nei cassetti, aspettando che vengano realizzati. La vecchia poltrona in pelle del consiglio regionale lucano interagisce con il fruitore attraverso un sensore comunicante con un casco per parrucchieri, in grado di trasferire, azionando un pulsante da videopoker, il sogno alla macchina (assemblaggio di una cassettiera da ufficio sormontata da una scatola in plexiglass al cui interno convivono gemme di ciclomotori, motori di alzacristalli elettrici e un commutatore telefonico che randomizza l’apertura dei cassetti).
Dedicata a tutte le persone che credono nella realizzazione dei sogni in realtà, la macchina si ispira all’attività del dio Vulcano, che sognava e costruiva servitori meccanici; a Erone di Alessandria, matematico e inventore greco, che nei suoi scritti immaginò statue mescitrici e soprattutto al capostipite dei sognatori ad occhi aperti, Leonardo da Vinci, che si dedicò per primo a uno dei sogni più grandi dell’uomo: quello di volare utilizzando macchine volanti, e nel 1494 progettò un vero e proprio umanoide: un cavaliere meccanico. Una menzione speciale va a Carl Gustav Jung che nel 1909 scrisse il libro L’analisi dei sogni in cui la ricerca del significato dei sogni veniva riportata alla dimensione globale dell’esistenza del sognatore, riconoscendo ai sogni un ruolo di spicco nella vita diurna degli uomini.
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