Installazione, Interni, Materiali vari, 180x260x260cm
Ho immaginato di rivivere un fatto accadutomi quando frequentavo le scuole elementari e che mi provocò un forte shock a livello emotivo.Per un’esasperata timidezza da piccino ho sempre trovato disdicevole e vergognoso alzare la mano in mezzo alla classe per chiedere il permesso di uscire ed andare in bagno. Dentro di mè temevo sempre di essere messo sotto esame, mi sentivo con gli occhi puntati addosso e arrossivo spesso per motivi anche di poco conto. Tenevo spesso la pipì per lunghe ore, sforzandomi di arrivare al suono della campanella della ricreazione con sforzi a volte davvero importanti.Un bel giorno non riuscendo a trattenermi oltre…. Me la feci addosso!La maestra se ne accorse forse avvertita da qualche compagno di banco e mi fece impietosamente alzare e senza usare particolare sensibilità con parole e tono di voce perentorio mi indicò la porta d’uscita della classe.Inutile raccontare l’imbarazzo e la vergogna provata…..Quest’opera è al tempo stesso un tentativo di rivivere e metabolizzare questo evento che a mio parere ha inconsciamente influenzato la mia personalità come del resto ogni evento che ci capita specialmente da bambini e una sorta di vendetta postuma perpetrata nei confronti dell’allora mia maestra.Vendetta perché nel ricostruire la scena ho utilizzato una bambina e quella bambina ho voluto fosse proprio la maestra , facendole provare il trauma che dovetti subire in una sorta di capovolgimento dei ruoli di vittima e ‘carnefice’.Al tempo stesso l’utilizzo di una bambina nel rappresentarmi mi riporta alla paura con cui convissi per molto tempo di esser scambiato di sesso, paura determinata dalla mia debolezza e timidezza che lasciava ampi margini alla sfrontatezza dei bambini più intraprendenti e cattivelli, sempre molto bravi a prendersela con le persone più deboli.Ho infine voluto ricoprire l’intera scena con un telo protettivo, quello che usano per es. gli imbianchini a protezione degli oggetti di una casa per stare a significare che ogni nostra forte esperienza emozionale rimane scolpita nella memoria, viene protetta e conservata per tutta la vita e determina il nostro futuro e il nostro essere, le nostre paure e le nostre frustrazioni;le pareti possono essere sbiancate e rimesse a lucido in un continuo work in progress ma l’arredamento della casa, ciò che ne determina il carattere, rimane sotto il telo, visibile ed immutabile. Quello che ho ricreato in grande, è in realtà una piccola cella della mia memoria e l’inconscio è quell’invisibile imbianchino/operaio che ricopre e protegge con il velo del ricordo ogni singola esperienza della nostra vita.
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celeste,
Commenti 10
amen
Father in heaven give gaseous
amen
Grazie Natalia,apprezzamento graditissimo!!
Intanto molto originale il tuo modo di raccontarti riferendoti a uno dei miei autori preferiti e complimenti per "work in progress" e la metafora che usi alla fine per spiegare come ciò che appare all'esterno possa essere rimesso a nuovo ma il velo dell'inconscio lascia scolpiti nella nostra memoria tutti gli eventi accaduti. di nuovo i miei complimenti!
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