DONNA TARANTATA follia, passione, reminescenza
Il Tarantismo si manifesta in Italia sin dal Medioevo, in particolar modo nel Salento.
Durante l'estate, la stagione della mietitura, le donne nei campi venivano morse dalla tarantola o dalla malmignatta.
Nel collettivo poi si manifestava un rituale di danza compulsiva e selvaggia, accompagnata da musica frenetica, dove attraverso il ballo ed il ritmo sfrenato accadeva una “guarigione”, non solo dal morso velenoso, ma anche a livello più esoterico di manifestazione della forza della donna stessa che nel riconoscere ed esprimere la sua natura più selvaggia incarnava un contatto profondo con la natura.
Questa “guarigione” veniva riconosciuta e supportata dal resto del villaggio, cosicché la donna uscendo dall'ordinarietà delle sue qualità consuete come il prendersi cura, lavorare per la famiglia ecc. si concedeva di esprimere la parte più vitale, sessuale e profonda attraverso un'emancipazione arcaica che portava la donna stessa a poter tornare poi nell'ordinarietà in modo più integro, forte ed appagato.
La trasmissione nel tempo di questo rituale collettivo è sopravvissuta anche alle influenze cattoliche, che solo in parte sono riuscite ad integrarlo.
Questo ne determina una forza ed una veracità che appartengono al collettivo femminile mediterraneo.
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