Landscape - ipotesi 12
Le immagini di questa mia ricerca seguono, apparentemente, una tradizione rappresentativa che mostra evidenti agganci con la Storia dell'Arte e con le categorie estetiche che la abitano da sempre (non a caso Landscape). Sono basate, infatti, su una tecnica illusionistica volta a definire identità visive di luoghi e di situazioni intense ed intriganti. In realtà, ogni immagine è data da un sofisticato (ed esecutivamente impegnativo) montaggio di diverse fonti che, a ben vedere, compromettono radicalmente la possibilità di individuare un “reale” univoco.
L'interazione tra le fonti non é solo spaziale ma anche temporale: tracce di vissuti, lacerti di episodi ormai indistinguibili, testimonianze letterarie monche o sospese, attraversano il campo visivo segnandolo, ferendone la patinata integrità, e caricandolo di un'ambiguità profonda. Data l'incongruità degli elementi, ciò che risulta in immagine non é tanto l'abituale rappresentazione, ma la difficoltà strutturale (direi la fatica) dell'occidentale idea di rappresentazione.
Il “quadro”, quindi, dietro l'apparenza consolatoria del ritorno ad una tradizione figurativa sicura, cela un contesto conflittuale sempre in procinto di rompersi, per ricomporsi in una nuova configurazione, ugualmente precaria. L'apparente “fisico” ritorno al passato (Il quadro...Nel quadro... Con il quadro), nasconde una dimensione concettuale che prevede una diversa dialettica con lo spettatore e con l'idea di “realtà”.
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